"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

mercoledì 30 settembre 2015

In prenotazione "Fata Morgana" di Piero Olmeda




In prenotazione a € 1,99!

In esclusiva su Amazon


(quando sarà disponibile il prezzo aumenterà probabilmente a € 2,99
A proposito, prima che qualcuno me lo chieda, nella copertina ho in mano un panino...)


La notte dell'ultimo giorno dell'anno, il protagonista di questo racconto lungo decide di attraversare lo Stretto (ispirato allo Stretto di Messina), con una semplice barca a remi, con l'intento di dimenticare una donna e riscoprire se stesso.
Da questa idea, ripresa da un progetto poi non realizzato di uno spettacolo teatrale dello stesso autore, Piero Olmeda riprende alcuni dei temi che hanno fatto del romanzo breve “La Bellezza e la Bestia” un'opera dal fortissimo impatto emotivo. Non c'è limite, in queste pagine che a tratti sconfinano nella poesia, alla volontà di scendere nei pozzi più oscuri dell'animo umano, così come di salire verso le vette più alte della felicità di esistere. Olmeda, pagina dopo pagina, cammina in equilibro sull'asta della scrittura, senza paura dell'abisso di melodramma verso cui potrebbe cadere.
Il protagonista attraversa lo Stretto e arriva alla meta percorrendo una specie di cerchio, dove il senso del viaggio è il percorso e l'arrivo è solo apparentemente uguale alla partenza.
Ma qual è il senso di questo percorso? La trama si apre verso molteplici interpretazioni: è un viaggio personale per dimenticare una donna e vivere una nuova vita? Oppure rappresenta il viaggio di tutti gli uomini dalla nascita verso la morte? Come in tutte le opere letterarie che riescono a suscitare un interesse i significati si raddoppiano e si moltiplicano.
La particolarità del racconto è l'utilizzo della tecnica del flash-back insieme a quella del flash-forward (resa celebre da una recente serie televisiva e da un noto romanzo di Philip Dick). Il protagonista ad un certo punto ricorderà il passato così come “ricorderà” il futuro, anzi vedrà di fronte a sé l'albero infinito del possibile. Non è una tecnica nuova, ma per la prima volta viene applicata ad un'opera dal chiaro contenuto letterario e non di evasione, e in un modo sicuramente inedito.
Sorprendente infine è la capacità di Olmeda di portare avanti la trama con continui colpi di scena nonostante la profondità della scrittura. Così come ne “La Bellezza e la Bestia” ogni piccolo capitolo è una sorpresa, che piano piano condurrà alla studiata ambiguità del finale. Mentre leggerete questo libro sarete lì anche voi su quella barca che sta attraversando il mare in un percorso che è del protagonista, dell'autore e anche di voi stessi. Per ognuno il viaggio sarà un viaggio diverso.
Ci fermiamo qui per non togliere al lettore il piacere della scoperta. Buona lettura!

Dal capitolo 11:
...Erano entrambi distesi sull'erba appena umida sotto un albero le cui fronde si muovevano al vento leggero disegnando macchie di luce ed ombra in continuo movimento. Sembrava di essere sommersi sotto un'acqua completamente trasparente le cui increspature riflettevano la luce del sole muovendosi con onde lunghe e silenziose. Il tempo pareva essersi fermato. I rimpianti del passato e l'angoscia del futuro annullati nella felicità dell'attimo. Il verde dell'erba era intenso, vivo, pareva quasi di percepire il lentissimo movimento della crescita di ogni filo nell'ansia di muoversi verso l'alto. Allo stesso modo i loro corpi si espandevano a raccogliere il prato, l'albero, la volta luminosa del cielo, il fuoco abbagliante del sole lontano. Nessuna separazione esisteva, tanto meno tra B. e V., che si tenevano per mano senza dire una parola.
Ma nulla dura per sempre, il battito d'ali di un uccello dalle piume azzurre ruppe il silenzio, scendendo da un ramo e posandosi tra i corpi distesi di loro due...”

Dal capitolo 12:
...Con il passare dei minuti la velocità della voga aumentava con regolarità, la barca che fendeva l'acqua non più a strappi ma con un movimento quasi regolare, senza alcuna deviazione, perfettamente dritta nella sua traiettoria. Se qualcuno avesse potuto vederlo dall'alto, avrebbe visto un'immensa distesa di buio senza apparenti confini attraverso la quale un'ombra appena più chiara, una minuscola mosca sul punto di annegare, un granello di luce lieve, un'escrescenza improbabile, procedeva diritta lasciando una leggerissima scia bianca dietro di sé.
Il silenzio attorno era totale. Solo il pensiero esisteva, come tante piccole luci che si accendevano e si spegnevano nell'assoluta solitudine. Alcune di queste luci erano le più semplici e le più importanti domande. Che cosa troverò? Cosa ci sarà al di là dell'orizzonte? Avrò il coraggio di affrontarlo? Ritroverò la pace di quel giorno di sole sotto l'albero? O come V. ha detto, non troverò nulla, troverò il nulla?
C'era un solo modo per ottenere una risposta, andare avanti, procedere sicuro verso l'orizzonte, sempre più in fretta, via. Via.”

Dal capitolo 14, una parte di un flash-forward:
...Non c'era nessuna possibilità di comprendere un altro essere umano, né di farsi comprendere. L'amore un'invenzione degli scrittori, dei poeti, l'abbellimento barocco di un bisogno fisiologico, l'illusione di una notte d'estate nel pieno della giovinezza. No, non aveva alcun senso dirigersi verso il Sole, la fine era certa, sicura, come Icaro la cera della sua pelle si sarebbe sciolta a quell'insopportabile calore, lasciandolo soltanto nudo come mai nessun essere umano era mai stato, nudo, osceno, ridicolo, sarebbe caduto come un uomo che voleva essere un uccello verso le risate di chi doveva essergli amico...

Dal capitolo 18, una parte di un altro flash-forward:
La scintilla della coscienza di B. ardeva di una fiamma nera, incontrollabile, silenziosa, che bruciava lo sbocciare di un fiore ai limiti dell'alba, il palpitare del cuore caldo sotto la mano, il bacio umido di una notte d'estasi, senza fumo e cenere, lasciando solo un vuoto privo di alcun ricordo.
La morte scese, dolce come la primavera dell'infanzia, un lieve accenno di sorriso a un angolo della bocca, timida, pietosa come mai era stata una madre, lo strinse a sé calda come zucchero, gli sussurrò parole inudibili dietro l'orecchio che lo fecero rabbrividire come mai un'amante aveva mai fatto. Lo strinse così forte che diventò lui stesso, B. ricambiò la stretta così disperatamente che divenne lei stessa, il due diventò uno, l'amore impossibile diventò vero, ed amaro come il frutto delizioso della conoscenza...”



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