"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

mercoledì 1 giugno 2016

Prologo "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

Questa è una storia che come tutte le storie non ha inizio. E questa è una storia che come tutte le storie ha una fine. Facile sarebbe e più veloce balzare alla conclusione immediatamente e tralasciare tutta l’intricata ragnatela degli eventi, magari pensando che nella fine c’è tutto il senso di ogni cosa. Che la fine si svela come un fiore a lungo trattenuto dal gridare. Ma non è così. Nella fine non c’è nulla di niente al di là del punto. Così il fantasticare oltre o sul suo significato è solo una fantasia che l’alba del mondo ci ha regalato come una dolce favola per bambini. Invece è con mano tremante che le dita battono sui tasti alla ricerca di un inizio. Ma già solo il primo tentativo ci vede persi in biforcazioni, rivoli e diramazioni successive in un labirinto inestricabile tale da far esitare la mente di fronte al trionfo del possibile. Perché di questo si tratta: l’inizio non c’è se non come la sorgente di un Nilo della mente.




© 2016 Piero Olmeda - Tutti i diritti riservati
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Questo libro è un’opera di fantasia. Nomi, personaggi, luoghi e accadimenti sono prodotti dell’immaginazione dell’autore o sono utilizzati in maniera fittizia. Ogni somiglianza a eventi, luoghi o persone reali, vive o morte, è del tutto casuale

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