"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

venerdì 3 giugno 2016

Cap. 3 "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

3 -  Il percorso della scrittura lo porta da un'altra parte

“E allora che cosa fai lì impalato a guardare? Non hai mai visto un cieco?”
“Scusa... mi scusi... io...”
“Lascia perdere le scuse e dimmi da che parte è il faro.”
“È lì a destra...”
Il vecchio mosse le braccia in un gesto a metà tra la stizza e l’impotenza e disse: “Il Sole non è ancora abbastanza alto per orientarmi con il calore. Destra? Sinistra? Alto? Basso? Che parole senza senso! Rifletti prima di parlare! Visto che ti devi scusare prendi questo braccio.” Alzò e distese il braccio destro. “E portami nella direzione giusta.”
Il bambino, esitante, pauroso, come se il braccio fosse un bastone che l’avrebbe potuto colpire da un momento all’altro, afferrò con la mano l’avambraccio, senza stringere, sfiorandolo appena. La pelle era rugosa al tatto, cascante e secca, una specie di pergamena antica e friabile che avvolgeva appena le ossa.
“Non mi devi mica accarezzare come una donna! Stringimi e portami, su.”
Con la paura che la pelle si staccasse e che il semplice tirare da una parte potesse frantumare le fragili ossa dell’uomo, il bambino cominciò ad accompagnarlo in direzione del faro, lo sguardo puntato sui piedi per evitare di farsi lo sgambetto l’uno con l’altro.
Dopo un certo di numero di metri non sapeva più cosa fare. Doveva lasciare il braccio e salutarlo? Doveva chiedergli se bastava così? La voglia di tuffarsi nel mare era grande, ma anche la paura che una qualsiasi azione potesse provocare uno scatto d’ira. Non avevano forse detto che era al confino? Che forse era un pazzo? Mentre camminava continuava a girarsi attorno per vedere se qualcuno poteva venirgli in aiuto, ma a parte il pescatore lontano nel mare e i gabbiani che volavano bassi, in quel momento sulla spiaggia non c’era proprio nessuno.
Così, nell’indecisione su che cosa era meglio fare, non fece nulla, o meglio continuò a fare quello che stava già facendo. Passo dopo passo entrambi camminarono ai margini tra la sabbia e l’acqua, lentamente, nel silenzio più assoluto.
Quando arrivarono nei pressi del faro il vecchio si fermò, borbottò qualcosa di incomprensibile, si liberò con uno strattone della mano del bambino, esclamando: “Basta! Basta! Pensi che abbia bisogno di una badante? Vai! Vai, e non farti più vedere.”
Il bambino scappò correndo, ripromettendosi di fare attenzione la prossima volta, che non voleva incontrare ancora quel vecchio.
Spesso però le promesse non vengono mantenute, i buoni propositi svaniscono come la rugiada al Sole del mattino, il caso decide che la storia sarà diversa da quello immaginata, come uno scrittore che comincia un romanzo con un'idea precisa della fine ma il percorso della scrittura lo porta da un'altra parte, in una terra magica ad incognita. Ed un cerchio appena rotto non può essere aggiustato, per quanto, con la colla dell’abitudine e il nastro adesivo della pigrizia, si tenti di riattaccarne i due capi.
Il giorno dopo infatti il vecchio rifece per l’ennesima volta lo stesso percorso, ma quando arrivò al faro trovò il bambino ad aspettarlo.



La prima di tutte le donne

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