"...L’obiettivo è stato quello di creare un lavoro artistico estremo, che non tenesse conto delle convenzioni (sia della poesia che della canzone) e che affrontasse alcuni importanti temi filosofico-esistenziali, senza paura di non piacere a un pubblico. Puri e liberi. Senza compromessi. Con la convinzione però che, trattandosi di temi che riguardano la nostra esistenza e quindi tutti noi, avrebbero bene o male incontrato il favore di molti, se non di tutti..." da Vi diremo le parole che non volete sentire

venerdì 3 giugno 2016

Cap. 2 "La prima di tutte le donne" di Piero Olmeda

2 - Quel giorno cominciò come tutti gli altri

Quel giorno cominciò come tutti gli altri, il Sole non era più forte o più spento, il vento spirava sempre con la stessa velocità dei giorni precedenti, i gabbiani si rincorrevano nel cielo con le solite stridenti grida. Il cielo era incredibilmente azzurro, come sempre. Il vecchio in quel momento era a metà del suo cammino dalla casa verso il faro. Fu in quel punto esatto che successe. Un bambino si mise a correre sulla spiaggia, era estate, in direzione del mare. Voleva semplicemente tuffarsi nell’acqua, ma nella sua corsa a testa bassa non vide quell’uomo che si confondeva con il colore della terra, non udì il rumore dei passi leggeri sulla sabbia ancora fresca, passi che si confondevano con il rumore del vento, così finì per colpirlo, facendolo rovinosamente cadere nell’acqua bassa. 
A volte un’auto sull’altra carreggiata sbanda venendoci incontro in una morte improvvisa, oppure urtiamo una donna per strada, ci giriamo verso di lei e riconosciamo di colpo un vecchio doloroso amore, oppure ancora un meteorite tra le infinite strade del cosmo colpisce proprio la Terra annientando una specie ed a volte un bambino colpisce un vecchio senza sapere che quel piccolo incidente avrebbe cambiato quel piccolo mondo.
Un pescatore che stava prendendo il largo sulla sua barca si girò, come preso da un presentimento, e guardò con meraviglia e stupore il corpo del vecchio e del bambino sparpagliati per terra. Un passeggero di un aereo che in quel momento stava sorvolando la spiaggia nella sua corsa verso la pista d’atterraggio, osservò con curiosità i due corpi, piccoli come formiche marroni a quella distanza. Un gabbiano planò a poca distanza dalle loro teste muovendo ritmicamente la testa a destra e a sinistra alla ricerca di cibo.
Il vecchio invece rialzò la testa per capire chi l’aveva colpito e perché, e il movimento fu così intenso e violento che il bambino, pur a terra, si trascinò indietro tremante facendo forza sulle mani e sui piedi.  La voce dell'uomo esplose così rauca, così granulosa e raschiante, che si portò le mani alle orecchie per non sentire. 
In realtà aveva detto solamente “Che cosa hai fatto? Perché non guardi dove vai?” e poi aveva aggiunto “Forza, aiutami ad alzarmi! Che cosa fai lì per terra?”
Con l’agilità dei suoi dodici anni balzò in piedi ed afferrò il braccio del vecchio cominciando a tirare. “Fermo, fermati che mi stai staccando il braccio!” gridò allora il vecchio, che con l’altro braccio si appoggiò allora alla spalla del bambino appoggiandovi tutto il peso del corpo. Questa volta fu quest’ultimo a protestare dicendo “Mi fai male! Mi fai male!” ma l’effetto composto del braccio tirato e della spinta sulla spalla fu che il vecchio riuscì infine ad alzarsi precariamente in piedi.
Il bambino fu il primo da tanto tempo che riuscì a vedere i suoi occhi. Gli occhiali neri nella caduta erano balzati a qualche metro di distanza, una delle lenti evidentemente incrinata. Restò lì a bocca aperta, congelato nonostante il caldo, a guardare quegli occhi che fissavano un punto lontano dell’orizzonte, rivestiti da una patina bianca, morti, che si muovevano impercettibilmente in direzioni casuali e senza senso.
Il vecchio era cieco.

La prima di tutte le donne

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